Social homing: abitare collaborativo

DESCRIZIONE DELLA STARTUP

Social Homing si occupa dei caratteri della domanda abitativa dei giovani come delle tipologie di offerta possibili e questa ricerca è la base su cui lo sviluppatore immobiliare no profit, ispirandosi alle logiche dei Gruppi di Acquisto Solidali, va a realizzare case caratterizzate dai concetti di: “uso dei luoghi” (e non “possesso di una casa”), comunità di residenti, spazi condivisi, case accessibili nei costi e sviluppando forme di vicinato e socialità idonee alla generazione z che comunemente il mercato immobiliare non soddisfa.

PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO

Abitare collaborativo è un promotore immobiliare è specializzato in progetti che esplorano i modi ancora poco consueti di abitare condiviso: da quelli di tipo collaborativo come il cohousing fino alle diverse forme di struttura alloggiativa temporanea (coliving), tutte tipologie particolarmente adatte alla domanda di casa espressa dalla Generazione Z. Non si limita all’assistenza tecnica nelle varie fasi di un tipico processo immobiliare, ma provvede anche a riunire ed equipaggiare le famiglie di cohousers (o coresidenti) per accompagnarle nella costruzione della piccola comunità intenzionale di futuri residenti del cohousing. La differenza tra un abitare condiviso e un tradizionale prodotto immobiliare è data dal soggetto che viene posto al centro del processo di costruzione. In un vero e proprio cohousing, si ha a che fare con un modello guidato e finanziato da una comunità intenzionale, non dagli sviluppatori.

PROVENIENZA: 

San Bartolomeo al Mare (Imperia)