Cos’è l’Economia Civile

L’economia migliore” l’abbiamo inventata noi. L’Economia Civile è un’invenzione italiana, un modo diverso di guardare alla realtà economica e un insieme di prassi imprenditoriali che affondano le radici nella cultura economica e nella storia imprenditoriale dei nostri comuni e campanili, che va dalla bottega di Leonardo da Vinci ai distretti industriali, dall’impresa familiare alle cooperative, dai Monti di Pietà alla finanza etica.

La prima città simbolo dell’economia moderna, la prima New York, è stata Firenze e la cattedrale di Santa Maria Novella, simbolo della sua potenza e ricchezza, come oggi lo sono i grattacieli delle grandi metropoli. La differenza tra i due simboli ci dice anche moltissimo sulla perdita di significati da allora ad oggi.

La scienza economica, alle sue origini, aveva come obiettivo la fede pubblica, ovvero la felicità delle nazioni; dall’avvento della prima rivoluzione industriale in avanti, la ricerca della pubblica felicità è stata sostituita dalla ricchezza delle nazioni. Il modello economico dominante con i suoi limiti ci ha poi portato al paradosso di una ricerca della ricchezza economica che produce oggi una ricchezza senza nazioni e nazioni senza ricchezza e senza qualità del lavoro.

Economia Civile: il superamento dell’homo oeconomicus

Il paradigma dell’Economia Civile ci aiuta a trovare il guasto nel sistema che ha prodotto questo corto circuito.

Il modello in cui viviamo oggi è una macchina molto potente ma squilibrata – un bolide di Formula Uno con due ruote gonfie e due sgonfie –, sbilanciato nella prassi, nelle regole e negli obiettivi istituzionali, che tendono verso le finalità del massimo profitto e del benessere dei consumatori, invece di quelle della dignità, della qualità del lavoro e della sostenibilità ecologica.

La radice dello squilibrio sta in tre visioni anguste, limitate alla persona, all’impresa e al valore economico.

Con uno sguardo “avvilente” e che avvilisce, la persona è stata schiacciata all’interno di un’economia basata sul modello dell’homo oeconomicus, che, come ricorda argutamente Amarthya Sen, è un “idiota sociale”, ovvero è incapace di accedere a quella superiore razionalità fatta di fiducia e meritevolezza di fiducia, collaborazione e cooperazione che sola può fondare quel gioco di squadra essenziale in economia e in società per generare valore umano, sociale ed economico più elevato.

L’impresa è stata schiacciata sul modello del massimo profitto finendo per creare un modello dove la creazione di valore economico genera spesso effetti esterni negativi per lavoratori, ambiente, comunità locali.

Con l’Economia Civile promuoviamo invece quella nuova generazione d’imprenditori “più ambiziosi” e generativi che guardano non solo al profitto ma anche all’impatto sociale delle loro azioni e che incarnano le loro azioni nelle tante nuove forme emergenti d’impresa come le imprese cooperative, imprese etiche, solidali, socialmente responsabili, benefit.

Economia Civile: tra dignità, qualità del lavoro e sostenibilità ecologica

La visione riduzionista del valore infine fa coincidere la crescita economica con il ben-vivere ignorando che essa contribuisce senz’altro positivamente ma non esaurisce il lavoro da fare.

Il “nostro ben-vivere” dipende infatti da molte altre dimensioni come la salute, la qualità del paesaggio e del territorio, dei servizi a cui abbiamo accesso e la possibilità di vivere una vita ricca di relazioni.

L’Economia Civile è consapevole che il superamento di queste tre visioni anguste di persona, impresa e valore non può passare attraverso le due sole mani del mercato e dell’uomo solo al comando. Se ne esce soltanto se la cittadinanza attiva e le imprese responsabili si uniscono all’opera del mercato e delle istituzioni benevolenti.

È per questo che abbiamo grande bisogno di un momento costituente, che sia propositivo e di slancio dal punto di vista culturale, sociale e politico.

Un festival da cui partire per quest’affascinante missione di cambiamento del paese, nel quale si può realizzare anche la ricchezza di soddisfazione e di senso della nostra vita.

L’Economia Civile ha dunque questa ambizione, quella di porre i semi per il cambiamento del mondo. E se non fossimo stati ambiziosi non vi avremmo invitato a FirenzefF.