“Ambasciatori dell’Economia Civile”: intervista a Lorenzo Braida

Braida Srl SB è un’azienda familiare, guidata dai fratelli Marco e Lorenzo, che affianca architetti e aziende del settore contract nella progettazione consapevole e nella produzione di sedute su disegno e su commessa. Nel rispetto dell’ambiente e delle persone, come vuole l’economia civile. Conta su una rete di partner produttivi collocati nel Distretto della Sedia di Manzano, ed esporta il Made in Italy in oltre 20 paesi. In qualità di Società Benefit, la prima nel settore delle sedute in Italia, l’azienda promuove il riuso e l’economia circolare ed è impegnata in progetti di formazione in collaborazione con associazioni, scuole e università.

In occasione della 5^ edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, i fratelli Braida sono stati insigniti del riconoscimento “Ambasciatori dell’Economia Civile 2023”, per l’impegno della loro azienda nei progetti di sviluppo locale sostenibile.

L’intervista. “Educare, innovare, collaborare: questa è Economia Civile”

Cosa ha significato essere scelti come Ambasciatori dell’Economia Civile?

Un’incredibile e inattesa soddisfazione, la conferma che il lavoro svolto in questi anni è stato prezioso per noi e per gli altri, nonché uno stimolo a migliorarci ed avviare nuove iniziative di valore. E un orgoglio per tutto il nostro Team, molto allineato su tutte queste tematiche.

Dal Festival dell’Economia Civile dello scorso settembre come si è sviluppato il vostro progetto? 

Di progetti in corso ne avevamo e ne abbiamo diversi, tutti stanno proseguendo e se ne sono aggiunti altri dopo l’ultimo Festival dell’Economia Civile. Ad esempio, l’impegno sulla sostenibilità applicata al mondo dell’arredo. Stiamo promuovendo il servizio di supporto tecnico nella progettazione di sedute con logiche di eco design, in quanto riteniamo che sia la prima forma di sostenibilità.

Abbiamo poi la promozione e realizzazione di lavori di refitting, cioè ritappezzare e/o riverniciare prodotti usurati per dar loro nuova vita. Contemporaneamente, il progetto pilota con uno studio di architettura e alcuni professionisti. Los scopo è la realizzazione di oggetti di arredo con l’utilizzo di componenti provenienti da scarti di lavorazione e/o stock fermi a magazzino.

Inoltre, l’adesione al progetto di JA Italia “Impresa in Azione”, per supportare gli studenti delle superiori a realizzare delle mini startup. La partecipazione attiva alla promozione delle Società Benefit e collaborazione con alcune associazioni. In primis Animaimpresa, che per noi rappresenta un faro nella diffusione della cultura della responsabilità civile.

Non ultima, la realizzazione in collaborazione con IRES presso un carcere in Friuli Venezia Giulia che al momento non posso divulgare quale. Si tratterà di un corso di tappezzeria per la realizzazione di oggetti imbottiti per le biblioteche riservato ai detenuti. Per una loro riqualificazione professionale e per portare delle attività economiche continuative in carcere.

Quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere e/o le azioni in programma? 

Sicuramente, rendere più efficace la comunicazione dei principi di eco design presso i nostri clienti e i vantaggi, anche economici, che questo approccio porta, oltre ai benefici per l’ambiente e la comunità. Ci concentreremo anche su come integrare l’Intelligenza Artificiale nei nostri processi. L’obiettivo è di ridurre le attività di minor valore a vantaggio di un maggior impegno sulle attività Benefit. Nonostante la sensazione di “paura” che l’AI innegabilmente porta con sé, vogliamo cogliere l’aspetto positivo e pensare come questa possa diventare un’alleata e non una nemica. Infine, prevediamo una seconda parte del corso per i detenuti.

La sostenibilità integrale è un valore importante all’interno delle vostre scelte aziendali. Come raccontate il vostro impegno a clienti, lavoratori e stakeholder? 

Oltre che con il Report di sostenibilità realizzato grazie a NeXt – Nuova Economia Per Tutti, siamo molto attivi presso associazioni, scuole ed enti di formazione e portiamo la nostra esperienza personale e professionale. Da micro impresa quale siamo, non abbiamo purtroppo né i mezzi economici né la visibilità che ci consentirebbe di fare di più, ma nel territorio stiamo facendo molto bene e ricevendo diversi riconoscimenti e premi che ci stimolano a proseguire.

È possibile creare un circolo virtuoso e “contagiare” altre realtà verso l’Economia Civile? 

Assolutamente si, ed è qualcosa che stiamo facendo ogni qual volta ci sia l’opportunità di creare network tra imprese, associazioni, enti e istituzioni.

Cosa manca per aumentare la diffusione di questi valori?

Credo che la collaborazione tra associazioni animate dagli stessi valori possa portare un valore aggiunto alle associazioni stesse, alle imprese e persone che ne fanno parte, e alle comunità.

Il Festival Nazionale dell’Economia Civile come potrebbe supportare questa azione? 

Mettendo in relazione e promuovendo la creazione di un “database” di associazioni che si confrontino, si contaminino e si diano visibilità a vicenda. Mi rendo conto che non sia facile e che ci siano alcuni meccanismi da settare. Ma, se l’obiettivo comune è quello di un maggior benessere per la comunità, allora si può fare moltissimo.

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Il Festival Nazionale dell’Economia Civile (SCOPRI DI PIÙ)