Comune di Roseto Capo Spulico: per fare una comunità, ci vuole un fiore

La novità di questa ultima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile tenutosi lo scorso settembre presso Palazzo Vecchio a Firenze, è stata la volontà dei partner della manifestazione, di coinvolgere anche i Comuni-Buone Pratiche italiani, per dare merito, speranza e motivazione ai territori, nel fare sempre meglio, sempre più uniti, per creare comunità educanti che diano le giuste priorità e opportunità ai propri abitanti.

Arrivato tra i 6 comuni finalisti del premio Ambasciatori di Economia Civile 2020, Roseto Capo Spulico è l’amministrazione comunale vincente tramite “votazione popolare”. Questo piccolo borgo di 1,9mila abitanti dell’Alto Ionio Cosentino ha una storia millenaria legata alla produzione e coltivazione di rose.
Roseto – Civitas Rosarum – è stata tra le colonie dell’Antica Sybaris – Magna Grecia – e dalle antiche narrazioni storiche, pare sia stata la fonte principale per la produzione dei cuscini delle principesse di questa fiorente colonia greca. Donne per le quali venivano fabbricati guanciali riempiti di petali di rosa profumatissima.
E dalle rose, al turismo. Roseto ha conservato una posizione geografica invidiabile, sia dal punto di vista naturalistico, che marittimo, diventando negli ultimi decenni una delle mete turistiche più ambite da italiani e stranieri.

Un piccolo gioiello del sud Italia, Roseto, che sboccia come le sue rose e la sua attenzione alla natura, alle produzioni locali di eccellenza, alla sostenibilità ambientale promossa innanzitutto tra i propri cittadini e diventata educazione ambientale anche per i turisti che riempiono le strade di questo antico borgo da maggio a ottobre.

L’amministrazione comunale ha fatto dell’animazione culturale e sociale e della partecipazione della comunità locale il tratto distintivo della propria governance. Grazie a questa lungimirante visione sistemica del proprio territorio, a Roseto sono nate associazioni di tutela delle tradizioni storiche locali, animate dalla volontà di valorizzare il patrimonio culturale e territoriale, elaborando attività, servizi e prodotti da offrire ai turisti in cerca di esperienze “lente” e tipiche di questo territorio.

Tra questi numerosi progetti, molti volti al benessere della propria popolazione, con un forte impatto sociale che perdura anche nel periodo invernale, quindi i turisti non animano più l’economia locale.

E’ proprio il progetto “I figli delle Rose” il protagonista della presentazione della sindaca Rosanna Mazzia, che emozionatissima ha calcato il palco di Palazzo Vecchio e incantato con le sue immagini narrate e il suo filo di voce commosso questa iniziativa, che si propone di sviluppare nuove opportunità formative per i ragazzi con diverse abilità di Roseto, supportandoli grazie a una rete sociale che organizza laboratori e inserimento lavorativo per questi ragazzi.

Il progetto è basato sulla realizzazione di laboratori di coltivazione della Rosa Damascena, grazie al contributo delle professionalità locali. Dopo gli incontri individuali, coordinati da esperti del settore, seguono attività di lavoro vero e proprio, con la piantumazione e la coltivazione delle rose e – in un secondo momento – la loro trasformazione.

Il progetto I figli delle Rose sta già regalando soddisfazioni al Borgo Autentico di Roseto Capo Spulico. La città è stata infatti selezionata tra le 100 mete d’Italia, nella Categoria Melograno, premio riservato ai comuni che si sono distinti per attività sociali rivolte a famiglie, giovani, anziani e disabili e per aver favorito l’integrazione tra essi.

E dunque anche il movimento del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2020 coinvolto sia in sala che a distanza, ha voluto premiare questo coraggioso comune, che porta avanti politiche e strategie ad alto impatto sociale, investendo nella propria popolazione, educandola alla condivisione e partecipazione democratica, partendo dai più fragili.