All’alba di un nuovo decennio carico di sfide e opportunità, ma anche di incognite sullo sviluppo di società sempre più complesse, è giunto il momento, probabilmente, di ripensare concettualmente e concretamente i modelli sociali ed economici che, fin qui, hanno guidato il nostro agire; come cittadini e come consumatori.
È possibile fare impresa, e dunque cercare il profitto, e, nello stesso tempo, porsi come obiettivo aziendale il benessere collettivo?
La risposta è sì. E si tratta di un passaggio auspicabile e necessario.
Cosa sono le Società Benefit
Una delle soluzioni più innovative e virtuose, in questo senso, sono le cosiddette Società Benefit (SB), che rappresentano un’importante evoluzione del concetto stesso di azienda.
Mentre le società tradizionali hanno come unico obiettivo la distribuzione dei dividendi agli azionisti, le Società Benefit integrano nel proprio oggetto sociale, oltre a quello del profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società, sulla collettività e sull’ambiente.
In altri termini, le Società Benefit sono legalmente tenute a valutare l’impatto delle loro decisioni sui propri dipendenti, sui propri clienti, sui propri fornitori, ma anche sulle comunità in cui operano. Inoltre, devono indicare, nell’ambito del proprio oggetto sociale, il beneficio comune che intendono perseguire con le attività svolte e monitorare, con una relazione annuale, i risultati raggiunti.
La forma giuridica di Benefit Corporation, equivalente alla Società Benefit italiana, è stata introdotta nel 2010 negli Stati Uniti (e oggi esiste in 33 Stati). L’Italia, a sua volta, su impulso di Mauro Del Barba e avvalendosi del lavoro di un team internazionale di giuristi, imprenditori e altri stakeholder, l’ha introdotta con la legge di stabilità del 2016 – prima in Europa e prima al mondo fuori dagli USA!
Assimoco: la prima compagnia assicurativa ad aver acquisito la qualifica
Nel variegato panorama italiano, al momento, vale la pena citare il caso di Assimoco: la prima compagnia assicurativa ad aver acquisito la qualifica di Società Benefit, ma anche la prima certificata B Corp. Il tutto nell’ottica di rafforzare il proprio posizionamento sul mercato e di rendere l’approccio Benefit un elemento cardine della strategia aziendale.
Il cambiamento dello stato giuridico di Assimoco è stato approvato il 28 ottobre 2019 da parte dell’assemblea straordinaria, mentre la registrazione presso la Camera di Commercio della pratica inerente le modifiche statutarie risale al 20 dicembre.
Una scelta precisa, come si vede, per incidere positivamente sulle persone, sulle comunità e sul territorio.
Nello Statuto di Assimoco sono stati quindi inseriti 3 impegni specifici:
- Valore alle Persone
- Servizi Utili e Onesti
- Welfare Integrato
Proprio da esempi del genere si comprende la reale natura (giuridica, ma anche culturale) delle Società Benefit. Non si tratta, in definitiva, di imprese sociali o di semplici non profit, ma, a tutti gli effetti, della genuina espressione di un nuovo paradigma economico.
Non a caso molte altre realtà, in Italia, stanno valutando i benefici offerti dalle Società Benefit; in linea con l’esigenza, sempre più avvertita, di promuovere una crescita sostenibile ed inclusiva e di superare gli attuali modelli dominanti di impresa.
Avremo modo di occuparci di tutto questo in un webinar organizzato martedì 21 luglio 2020, a partire dalle 11.00, con il titolo “Ibridazione: nuovi modelli sviluppo sostenibile”.
Saranno con noi Marco Marcocci, Presidente Confcooperative Roma e Lazio, Mauro Del Barba, Presidente di Assobenefit; Ruggero Frecchiami: Direttore Generale Assimoco; Mario Bagliani, Consorzio Netcomm, Leonardo Becchetti, Direttore del FNEC e cofondatore di NeXt e Gioosto, con la moderazione della giornalista Patrizia Barsotti.
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