Reynaldi: cambiare pelle, per fare Economia Civile

La cosmetica è sicuramente da sempre vista come un settore commerciale futile e legato alla superficialità delle persone. Spesso confondiamo la cura del proprio corpo, con l’estremizzazione estetica che ha colpito le ultime generazioni, troppo intente a guardarsi allo specchio, per vedere gli altri.

Reynaldi s.r.l., l’azienda cosmetica di Torino nata dall’intuizione della dottoressa Reynaldi nel 1980, produce conto terzi da sempre in modo rivoluzionario. Rivoluzionario perché la fondatrice decise di aprire un negozio di formulazione cosmetica, dedicato alle persone e ai loro bisogni specifici. Rivoluzionario perché il laboratorio di formulazione a vista era già aperto all’esterno. Rivoluzionario perché, dalla costruzione del primo capannone, le persone sono rimaste al centro, sia i clienti esterni (B2B) sia quelli interni (collaboratori e dipendenti). E questi sono alcuni degli spunti di vera rivoluzione dell’ambito cosmetico adottati dall’azienda, fin da quei lontani anni ‘80.

Sarà anche per questo, che Reynalditra le 7 imprese Ambasciatrici dell’Economia Civile selezionate per presentarsi durante la seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile – è stata la più votata dal parterre presente nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio e dal resto del numeroso pubblico, che ha seguito l’evento di tre giorni via streaming web.

Buone pratiche di sostenibilità a tutto tondo, quelle applicate quotidianamente dall’azienda torinese, che investe ogni anno il 13% in R&D, con un organico di 45 persone – delle quali il 63% donne e un incremento delle risorse umane fino al 46% raggiunto negli ultimi 3 anni – e uno sviluppo di opportunità di lavoro e servizio su tutto il territorio, grazie a progetti sociali avviati in Italia e non solo.

Nel 2016, infatti, Reynaldi s.r.l. diventa la prima Società Benefit di cosmetica in Italia, attivando progetti di cooperazione con il Burkina Faso (già dal 2003), il Gruppo Abele di Torino e la Comunità di San Patrignano e molte altre reti di volontariato e associazioni no profit, per la valorizzazione del lavoro inclusivo e il supporto alla gestione dell’igiene personale degli utenti di tali realtà.

Sul territorio Reynaldi effettua donazioni di prodotti per la cura del corpo ad alcune onlus locali tra le quali Monastero di Bose, CasaOZ e Sermig Arsenale della Pace. Con Abele, Pace e Futuro Onlus e in Burkina Faso, Kenya e Sudan sono nati invece progetti più ampi di inserimento lavorativo e valorizzazione delle persone e del lavoro gestiti e supportati dall’azienda.

In Italia, con Abele e Pace e Futuro sono stati costruiti dei progetti di produzione di linee cosmetiche dedicate, nei quali rientrano anche gli utenti di tali realtà sociali. Le linee così realizzate rimangono di proprietà delle due onlus, che in questo modo possono commercializzare prodotti cosmetici di garantita qualità e provenienza, con un indotto che può essere reinvestito in altri progetti, oltre ad avere un alto impatto sociale sulle risorse umane svantaggiate che vengono quindi inserite in un contesto lavorativo e produttivo sostenibile sia a livello umano che ambientale.

In Africa, in Kenya e Sudan, Reynaldi supporta il gruppo missionario di Don Giuliano Testa, che ha costituito un progetto di formazione per le donne del territorio, con la finalità di aprire laboratori cosmetici a Nairobi e Rimenze.

Sempre in Africa, in Burkina Faso, il primo progetto sociale ed economicamente sostenibile realizzato direttamente dal 2003 dalla dottoressa Reynaldi: quello del burro di karité. Dopo l’incontro tra la dottoressa e Suor Laura Bonin dell’Istituto Regina della Pace – già missionaria in Burkina – le due donne creano un progetto di promozione della dignità e del valore delle donne, avviando una produzione di burro di karité e costituendo l’Associazione Yelen Noi per Voi, un gruppo iniziale di 12 donne – a oggi 25 – che partendo dall’estrazione diretta del burro dalla sua pianta, che cresce rigogliosa sul territorio e ormai irreperibile per le aziende cosmetiche italiane, ha avviato un laboratorio che si occupa non solo dell’estrazione, anche dell’emulsione e formulazione di prodotti a base di questo ingrediente, avendo come cliente primario proprio la Reynaldi.

Grazie a questo progetto, la dottoressa Reynaldi ha ricevuto convocazione dall’ITC delle Nazioni unite, per replicare in Nigeria il suo progetto.

Non solo sociale, Reynaldi s.r.l. si occupa anche di tutela ambientale, implementando un sistema di gestione interna, che permette di riutilizzare la quasi totalità dei propri rifiuti chimico-industriali (fino al 97%) e un sistema di recupero, filtrazione e stoccaggio dell’acqua già utilizzata per le formulazioni cosmetiche. In questo modo, non esistono sprechi di acqua aziendale o processi di smaltimento conseguenti alla produzioni.

Reynaldi è anche efficienza energetica aziendale, grazie al progetto di autoproduzione con l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dello stabilimento, che porta l’azienda allos tato di emissioni di CO2 pari quasi a zero.

Sempre a tutela del Pianeta e contro gli sprechi, sono attive collaborazioni con università e associazioni nazionali, per il recupero di scarti della filiera agroalimentare, da utilizzare come ingredienti nella formulazione di nuovi prodotti cosmetici, garantendo così anche ai propri clienti, una filiera sostenibile e certificata di alta qualità.

E per concludere questo excursus di buone pratiche aziendali, anche un occhio alla sensibilizzazione dei cittadini, soprattutto i più giovani. Reynaldi propone progetti di formazione e creazione di valore sociale, grazie alla GGI Academy supportata anche dall’Unione Industriali Torino e portando nelle scuole, nelle università e nei progetti di alternanza scuola-lavoro, i valori del lavoro dignitoso, sostenibile a livello ambientale e impattante in ambito sociale e quindi promuovendo una nuova visione della produttività in Italia, quella dell’Economia Civile: inclusiva, aperta, attenta alle persone e all’ambiente.

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